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MODA E CALCIO: DUE MONDI D’ISTINTI

Calcio e moda due mondi separati a primo impatto. Lo street, il pratico e la comodità contro lo sfarzo e il glamour delle grandi capitali della moda. 

Il rapporto tra sport e moda è meno superficiale di quanto si possa pensare, l’uno serve all’altro in un modo fondamentale che ha a che fare con il nostro stile di vita e le nostre abitudini. 

 

“Tre quarti della moda da giorno proposta a Parigi è di tipo sportivo. Semplice, pratica e giovanile, costituisce un’influenza che si fa sempre più sentire al di fuori dell’ambito dello sport effettivo e arriva nell’abbigliamento da giorno, da villeggiatura e da viaggio”, si scriveva su Vogue già nel 1926.

 

Ma mai, come negli ultimi anni, il mondo dello sport (e del calcio) con il mondo della moda si sono avvicinati in un progressivo scambio di idee ed influenze.

 

Ma quando la moda è entrata a far parte del calcio (e viceversa)?

 

Mondiali Italia 1990. Un tributo alle tradizioni italiane, un tributo al Made in Italy, un tributo ai grandi stilisti quali Valentino e Gianfranco Ferrè che rappresentarono a pieno le diverse nazioni che parteciparono al Mondiali ‘90.

 

Una grande sfilata, un grande palco che attraversa il campo, ed ecco lì il primo grande incontro tra il “mondo maschile”, per antonomasia, con il “mondo femminile”.  

 

Pian piano la palla è passata tra le mani dei più grandi nomi del mondo del fashion system, quali Dolce e Gabbana nella FW16.

I due grandi pilastri della moda italiana, scelsero, consapevolmente, di far sfilare una rivisitazione della maglia di Diego Maradona, che ebbe non poche critiche dagli amanti del calcio e dagli amanti del “Pibe de Oro”. Una lunga causa legale attraversò questo preludio di collaborazione tra questi due grandi mondi, che ebbe fine solamente nel 2019 con una sentenza nel tribunale di Milano.

 

Nonostante questo inizio turbolento pian piano negli anni il mondo del calcio ha ispirato diversi stilisti come Donatella Versace nella FW18 la quale creò diverse sciarpe con ispirazione calcistica.

 

Ma il vero spartiacque fu la collezione SS18 di Gosha Rubchinsky in cui l’ispirazione calcistica non si limitò a qualche piccolo rimando, ma venne pescata direttamente dalle texture e dai materiali utilizzati negli anni ‘90 da Adidas Football, con cui lo stilista russo firmò anche un contratto per una collaborazione.

 

Chi è stato lo stilista che ha mescolato per la prima volta l’estetica del calcio con quella della moda?

 

Dirk Bikkembergs è diventato particolarmente popolare tra i ragazzi nel 2000, dopo aver lanciato la linea di moda ‘Bikkembergs Sport’, che includeva t-shirt con il famoso logo del calciatore. Questa cosiddetta ‘sport-couture’ ha dato a Bikkembergs l’opportunità di disegnare l’abbigliamento per l’Inter.

 

Negli anni seguenti, utilizzò la silhouette delle scarpe da gioco per realizzare le sue celebri sneaker, poi riprese da brand come Gucci e Louis Vuitton e di recente da Miu Miu per il suo show SS21, dove Miuccia si fece ispirare dal mondo dello sport e, nello specifico, dal linguaggio spettacolare dell’abbigliamento sportivo. 

Ma, ai giorni nostri, bisogna prendere come esempio lampante di questa unione: Nike x Jacquemus e Adidas x Gucci.

Due pilastri del mondo dello sport in collaborazione con due pilastri del mondo della moda.

 

Come è nata questa co-lab Nike x Jacquemus? 

Partiamo dal principio.Il colo sso americano dell’abbigliamento sportivo ha contattato lo stilista per la prima volta per lanciare le uniformi della Nazionale francese di calcio.  Nella campagna, Jacquemus è protagonista dello scatto di lancio della co-lab assieme ad alcuni importanti atleti, tra cui la stella della nazionale francese di calcio Kylian Mbappé.

 

All’inizio del 2020, i tempi erano maturi per una collaborazione in co-branding, e a febbraio dello stesso anno, è avvenuto il primo incontro presso la sede Nike di Beaverton, in Oregon. 

In seguito il designer, appassionato collezionista della linea ACG (All Conditions Gear) di Nike, voleva portare quella funzionalità sui capi e temi cifra del suo brand, come “le minigonne di pizzo fine anni 90, i look sportivi di Lady D e, dal canto suo, per Nike, era essenziale infondere nello sportswear quell’allure francese.

 

E quella di Adidas x Gucci?

Quando parliamo di questa co-lab dobbiamo parlare dell’amore per Adidas da parte di Alessandro Michele. Il glamour sportivo e rétro di Adidas è in sintonia con il suo gusto per il passato, quindi, in questo caso, il matrimonio tra i due marchi sembra essere il risultato di un’autentica affinità elettiva. 

 

Così, in questa nuova collezione, il gioco di loghi intrecciati è largamente presente tanto nella collezione femminile quanto in quella maschile, entrambe caratterizzate da un flair atletico e gender-fluid. 

 

Le tre strisce monocolore di Adidas e quelle verde-rosso-verde di Gucci, in fondo simili, figurano insieme sui lati di joggers, felpe con zip, pantaloncini, pantaloni a campana e gonne a matita, mentre il lotiforme trifoglio Adidas, apparso per la prima volta nel 1972, è stato rivisitato da Michele, che lo ha ingrandito e declinato in versioni colorate, simili a carta da parati.

 

Quindi in sintesi possiamo affermare che il calcio, così come tutti gli sport, è un mondo che vive di codici estetici ben precisi, di divise da gioco che diventano però divise impresse nell’immaginario collettivo e popolare. 

 

Se oggi una jersey in passerella non genera più il clamore di qualche anno fa è perché nel frattempo la moda ha assimilato il linguaggio calcistico, trasformando i suoi simboli in abitudini al punto da fondere i due mondi: i calciatori sono modelli, i proprietari dei grandi imperi della moda diventano proprietari dei club di calcio e anche le maglie create dai brand diventano maglie da gioco.

 

by Erika Sfilio

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