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Barbie e l’inclusività: una grande storia d’amore

Da anni la Mattel, attraverso le Barbie, cerca di sdoganare quelli che da sempre sono stati i “punti chiave” e gli aspetti più caratterizzanti della donna bionda, con vitino da vespa, per eccellenza.

Tutto è iniziato nel 2019, quando la Mattel decise di mettere sul mercato, con stupore di tutti, una Barbie sulla sedia a rotelle. “WE ARE BARBIE” è così che la casa natale delle Barbie ha fatto il suo ingresso in quel mondo tortuoso, magico e sempre al centro di ogni dibattito, che è l’inclusività.
Donne, uomini, alti, bassi, di qualsiasi razza e genere sono entrati a far parte del mondo dei piccoli, così da ampliare il cerchio della perfezione che racchiude quel piccolo giocattolo che da anni, dal 1959 per l’esattezza, passa di mano in mano, da continente a continente.

Ma cosa manca davvero per sdoganare quel pregiudizio che si ha sulle Barbie?

Di sicuro il percorso è ancora molto ampio, pieno di ostacoli chiamate “critiche” poiché c’è chi, ancora oggi, definisce la Barbie SOLO un giocattolo, ma così non è, ma soprattutto la Mattel ha deciso che non sarà mai più così.
Difetti fisici e non, e diverse tipologie di corpo non saranno più visti come un problema ma come un trionfo.

Da un paio di giorni, infatti la Mattel ha continuato questa battaglia mettendo sul mercato la “Barbie con sindrome di down”.
La bambola, che è stata inserita all’interno della linea Barbie Fashionistas, è stata svelata insieme alle ambasciatrici europee, la modella britannica Ellie Goldstein, la City Counselor e scrittrice francese, Éléonore Laloux, e la modella e influencer olandese, Enya.
Per garantire che la bambola rappresenti accuratamente una persona con sindrome di Down, il brand Barbie ha lavorato a stretto contatto con la National Down Syndrome
Society (NDSS), un’associazione americana che supporta le persone con sindrome di Down e le loro famiglie fornendo risorse. Ovviamente la bellezza delle Barbie inclusive sta nei dettagli:

Sculpt:

con questa bambola si introduce un nuovo sculpting del corpo, più corto, con un busto più lungo, e del viso, che presenta una forma più rotonda, orecchie più piccole e un ponte nasale piatto, mentre gli occhi sono leggermente inclinati e a mandorla. I palmi delle mani della bambola presentano anche una singola linea, una caratteristica spesso associata alle persone con sindrome di Down.

Accessori:

Un piccolo reminder sta in un piccolissimo dettaglio della bambola. Al collo, la bambola, ha una collana rosa che rappresenta le tre punte del 21esimo cromosoma, che è quello responsabile della sindrome.

Plantari:

la bambola indossa anche plantari rosa alla caviglia (AFO) abbinati al suo vestito e alle sue scarpe da ginnastica con zip. Alcuni bambini con sindrome di Down usano plantari per sostenere i piedi e le caviglie, e la NDSS ha fornito una scatola di plantari che sono serviti come ispirazione per rendere i più verosimili possibile quelli indossati da questa Barbie Fashionista.

Possiamo essere perfett* a modo nostro. Un piccolo passo verso un mondo privo di pregiudizi e di chiusura mentale. Da un piccolo gioco ad un grande pensiero collettivo.

 

By Erika Sfilio

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