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Educazione alimentare e psicologia: un rapporto complicato per la GenZ

“Adesso segue un’alimentazione trovata per caso sul web”, “Se non cucino io non mangia nulla”, “mangia solo a pranzo e a cena perché la mattina fa tardi e il pomeriggio dorme”. Dietro questi pensieri apparentemente banali si cela una realtà da non sottovalutare: il rapporto complicato che intercorre tra la GenZ e il cibo.

L’adolescenza è una fase estremamente delicata, fatta di cambiamenti e transizioni, disagi interiori e fragilità emotive che spesso vengono espresse attraverso il corpo.

 

Il problema alla base è di tipo sociale: oggi gli adolescenti non hanno un’educazione alimentare adeguata e sono soggetti a disturbi che determinano carenze nutritive che, a lungo andare, influenzano aspetti importanti della crescita.

 

L’influenza dei social in questo caso è determinante: la Gen Z è continuamente esposta ad un sovraccarico di informazioni e fonti che spesso confondono le idee e aumentano consapevolezze sbagliate.

 

L’ossessione per la perfezione nella Gen Z 

 

Il fisico forte e imponente per i ragazzi e il fisico slanciato con curve importanti per le ragazze. I canoni di bellezza a cui oggi i giovani fanno riferimento diventano motivo di ossessione verso una perfezione che non esiste e che ritrovano spesso nel mare magnum di contenuti sparsi tra Instagram e TikTok.

 

Inconsapevolmente alcuni adolescenti potrebbero essere affetti da BID, ovvero il disturbo dell’immagine corporea che si manifesta con un’alterata percezione del proprio corpo.

 

Questo porta ad una dispercezione della propria figura, mescolando l’aspetto fisico che è un dato reale e oggettivo con l’immagine corporea, che è altamente soggettiva e spesso diversa dalla realtà, in quanto il più delle volte è ben diversa dall’immagine che gli altri hanno di noi.

 

Per comprendere il concetto è bene specificare che il BID è composto da quattro dispercezioni differenti:

 

  • affettiva, riguarda la sfera emotiva  quindi il corpo percepito come lontano dall’idea di bellezza e perfezione, il soggetto prova vergogna nei confronti della propria immagine allo specchio.
  • cognitiva, pensieri e credenze nei confronti del proprio corpo che spesso vengono espressi tramite frasi come “sono ingrassato/a troppo” 
  • percettiva, come viene percepito il corpo nel momento in cui lo si osserva.
  • comportamentale, riguarda comportamenti compulsivi, come il controllo ossessivo del peso, il conteggio costante delle calorie che portano poi alle tragiche conseguenze dei disturbi alimentari.

 

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Come riconoscere se si è affetti da BID?

 

Solo il parere di un esperto può confermare se si è affetti da BID o meno, ma se senti di riconoscerti in uno di questi punti probabilmente è ora che tu consideri la possibilità di farti aiutare da uno psicologo alimentare o da un nutrizionista per evitare di cadere nel baratro di altri disturbi alimentari.

 

  • ossessione su difetti presenti in parti del tuo corpo che gli altri non vedono e che, oggettivamente, non sono presenti. Questo porta alla convinzione e alla paura che il resto del mondo possa vederti come ti vedi tu.

 

  • adotti comportamenti compulsivi al pensiero di avere un determinato difetto fisico. Ad esempio, vedi il tuo corpo troppo esile e magro e non fai altro che “sfinire” il tuo corpo in duri allenamenti tutti i giorni.

 

  • ricerca continua di pareri sul proprio aspetto fisico o domande su cambiamenti del nostro aspetto per ricevere approvazione.

 

  • le preoccupazioni sul proprio corpo possono portare forte ansia e stress, tale da isolarti dagli impegni quotidiani per paura di uscire e affrontare il mondo.

 

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Intervista con Nutrizione Smart

 

  • Secondo lei la cattiva educazione alimentare è complice del disturbo dell’immagine corporea?

 

Secondo me è complice ma non la causa fondamentale. Spesso ciò dipende dal contesto in cui una persona cresce e dai vari modelli di riferimento. Ci sono casi in cui c’è una cattiva alimentazione, ma non necessariamente è presente un disturbo. O, altri casi, in cui la persona sa cosa significa avere una buona educazione alimentare di base ma è ugualmente presente il disturbo, e ciò dipende dalla componente psicologica. 

  • Ritiene che il tema della nutrizione sia correttamente affrontato in famiglia o a scuola?

 

Più che correttamente non è sufficientemente affrontato. Anche se negli ultimi anni qualcosa si sta muovendo e ci sono sempre più persone che si rivolgono a professionisti come me.

In questo caso il contesto sociale diventa determinante, a scuola non viene affrontato in modo corretto o non viene dedicato il giusto tempo. Da quando esercito la mia professione, 5 anni circa, non sono mai stato contattato da una scuola per affrontare il tema, nonostante abbia un bacino di utenti vasto, tra cui insegnanti. Tramite alcune mie colleghe so che oggi, alcune scuole ma non tutte, dedicano un’ora a settimana al tema della nutrizione.

 

  • Quando si rapporta per la prima volta con un/una paziente adolescente quali sono le prime cose che le vengono dette?

 

Riguardo le domande che mi vengono poste mi restano impresse quelle che riguardano i gusti alimentari. Non mangiano mai frutta e verdura dagli 8 ai 16 anni. Complice anche la componente psicologica, a livello adolescenziale ci si sente a disagio per i commenti da parte dei compagni di scuola, e qui si entra in altre sfere quali bodyshaming o bullismo.

 

  • Spesso affrontiamo l’argomento citando solo la parte femminile e per i ragazzi invece?

 

Quando i ragazzi vengono accompagnati dai genitori è chiaro che c’è una consapevolezza del problema ma spesso non riescono a percepire la presenza  di un disturbo dietro, o il fatto che determinate scelte alimentari sono selettive per questo motivo. 

Le pubblicità possono diventare dei modelli sbagliati. Esempio, oggi vanno di moda i prodotti proteici (come yogurt o barrette varie), questi prodotti alimentari fanno nascere nella mente del ragazzo l’immagine che se li mangiano diventano muscolosi e sviluppano un fisico da modello, chiaramente fuorviante a livello di educazione alimentare. Inoltre, è bene precisare, che uno yogurt proteico non è sempre più proteico di uno yogurt normale, spesso nei proteici in realtà ci sono più additivi

In tutto questo l’industria alimentare contribuisce a queste aspirazioni che poi possono trasformarsi in disturbi del comportamento alimentare.

 

  • Riguardo il tema del disturbo dell’immagine corporea ha avuto a che fare con più adolescenti o adulti?

 

Spesso sono gli adulti stessi a venire in studio per ridurre la cellulite, ridurre dei cm o in generale per dimagrire, quando in realtà erano sottopeso e allora li ho dovuto lavorare sulla psicologia per far capire che in realtà in quel caso dovevano invece incrementare il peso. Quindi posso dire che ho avuto a che fare con entrambe le fasce di età.

 

  • Cosa si potrebbe attuare per arginare il problema della cattiva educazione alimentare e limitare il disturbo dell’immagine corporea?

 

Tornando al discorso di prima, sicuramente incrementare l’informazione nelle scuole. Se dobbiamo parlare del mondo offline o del nostro territorio, penso che bisognerebbe utilizzare tutti gli strumenti necessari per sensibilizzare gli adolescenti sul tema e metterci in prima linea noi professionisti del settore, anche attraverso i social. Oggi i media online sono un mondo selvaggio, è presente molta disinformazione e non si riesce più a distinguere un’informazione reale da una bufala. Spesso in primis cerco di fare dirette riguardo il tema e sfatare falsi miti, per informare e sensibilizzare sugli argomenti. Accade che delle figure che non sono abilitate per legge, ad esempio i personal trainer, danno ugualmente delle “diete” con consigli alimentari, o chi vende gli integratori “magici” che fanno perdere peso.

Anche i social ingigantiscono il problema, le moltitudini di filtri che ti fanno apparire per quello che non sei e  migliorano e modificano il tuo corpo, questo è un messaggio sbagliato per gli adolescenti.

Fortunatamente sto notando che alcune pubblicità stanno cambiano i modelli di riferimento (un esempio è la pubblicità del brand di intimo Yamamay, con modelle di diverse taglie e forme).

Ma ancora c’è tanto da combattere e sdoganare, per questo bisogna usare tutti gli strumenti possibili, online e offline, per contrastare queste tendenze.

 

  • Che consigli ti senti di dare ai ragazzi stessi?

 

Consiglio di studiare e informarsi bene, imparare a saper distinguere le fonti corrette da cui informarsi, affidarsi ad un professionista anche se c’è un solo minimo dubbio sulla propria educazione alimentare.

Un’altra cosa in cui credo fortemente è sensibilizzare i genitori degli adolescenti sull’argomento. Spesso il problema nasce anche da loro: vengono in studio per il proprio/a figlio/a a causa di un aumento o perdita di peso o un disturbo alimentare, e poi spunta il genitore che è visibilmente affetto da obesità, senza rendersi conto che è lui per primo che dovrebbe affrontare un percorso alimentare.

I bambini e gli adolescenti non acquistano consapevolezza se gli adulti stessi non gliela impartiscono.

Dico ai genitori di non essere ossessivi ma cercare di capire se si sta sviluppando un problema senza essere invasivi, creare delle maniere “soft” per capirli. Inoltre è bene avere  delle figure professionali in scuole o centri sportivi, questo aiuterebbe ad informare i ragazzi se nel contesto famigliare non lo sono in modo adeguato.

 

L’importanza di avere una buona educazione alimentare

 

I genitori non hanno colpe e la società in cui viviamo spesso non è d’aiuto, ma è importante avere sin da piccoli un’educazione alimentare per evitare (o almeno provare) di incorrere in disturbi alimentari.

Ecco alcuni preziosi consigli da tenere a mente:

 

  • Mangiare è uno dei piaceri della vita! curiosità, voglia di conoscere cibi nuovi, capire cosa piace o meno al nostro palato è fondamentale, soprattutto da piccoli.
  1. Condividere i pasti insieme e aspettare ogni membro della famiglia è importantissimo perché attribuisce al pasto convivialità e condivisione e aumenta anche il desiderio di “sedersi a tavola”.
  2. Non saltare nessun pasto, a partire dalla colazione fondamentale per avere la carica giusta durante la giornata.
  3. Alimentazione sana e diversificata ricca di verdura e frutta fresca, carne e pesce e carboidrati. Tutto è importante nelle giuste quantità!

 

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by Giuliana Scuto

 

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