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Eco-Fashion: la moda eco-sostenibile

Eco-Fashion: la moda eco-sostenibile

Alla fine degli anni novanta il mondo della moda viene stravolto da una nuova esigenza: realizzare abiti ecosostenibili ed eticamente corretti, pronti a rispettare l’uomo, gli animali e soprattutto l’ambiente.

Perché è importante la moda sostenibile: salvaguardia dell’ambiente e dei lavoratori

Il settore della moda è il secondo più inquinante al mondo a causa sia del lavoro di produzione degli abiti, ma anche del loro difficile smaltimento, dato che la maggior parte degli indumenti viene prodotta da risorse non rinnovabili e da fibre non biodegradabili. 


La moda eco-sostenibile punta a realizzare abiti che abbiano un bassissimo impatto ambientale selezionando fibre che siano prodotte naturalmente e siano biodegradabili: come il cotone, la canapa, la lana, il lino e la seta; lavorate scegliendo di diminuire il consumo di acqua, pesticidi, agenti chimici e limitando la produzione di CO2, così da salvaguardare l’ambiente.
Cerca anche di tutelare il lavoratore, costretto a lavorare fino a 14 ore al giorno in condizioni igienico sanitarie pessime, dovute principalmente agli spazi ristretti e all’utilizzo di sostanze chimiche; abolendo anche lo sfruttamento patriarcale, quindi il lavoro sottopagato di donne e bambini.

Nel 2013 in seguito ad un crollo di un complesso produttivo in Bangladesh è nato Fashion Revolution che punta a trasformare l’industria della moda rendendola più eco-sostenibile ed eticamente corretta. Per riuscire nel suo intento porta avanti il progetto “Fashion transparency index” che chiede ai grandi produttori di abbigliamento da dove e come avvenga la produzione del capo, e incita i consumatori ad essere più responsabili nei confronti dei lavoratori e dell’ambiente, scegliendo quindi un prodotto ecologico piuttosto che uno inquinante e nocivo.

I nuovi protagonisti della moda: piante, frutta e verdura

Prima dell’inizio della pandemia sono nati dei progetti che hanno come protagonisti gli avanzi alimentari. Grazie al progresso della ricerca chimica è possibile ricavare dagli scarti, ad esempio delle arance, la cellulosa, che trasformata in filato viene colorata utilizzando dei coloranti assolutamente eco, prodotti dalle cipolle, così come dalle bucce di carciofo.

Molti brand multinazionali, come H&M, Trussardi e Adidas, hanno investito sui nuovi tessuti. In Italia l’associazione “Donne in campo” ha lanciato il nuovo brand 100% italiano:  Agritessuti, abiti prodotti e ricavati dai vegetali. Il nuovo brand, infatti, utilizza tessuti naturali e bio, ed usa gli scarti agricoli, come frutta e verdura, o anche foglie e fiori, per la colorazione dei tessuti. Una realizzazione ed un trattamento 100% naturale e biodegradabile! 

 

Alcuni scatti della sfilata del brand Agritessuti di Eleonora Riccio:

 

La Terra adesso si affida alla nostra buona coscienza. Cerchiamo quindi di divulgare questo nuovo tipo di produzione per renderla più conosciuta e accessibile, così da raggiungere anche l’obiettivo dell’Agenda 2030 sui cambiamenti climatici.

 

Giuseppe Grasso

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