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digital art & fashion

La digital art nel mondo della moda

Negli ultimi anni l’avvento della digital art, chiamata anche arte digitale o computer art, ha portato dei cambiamenti innovativi all’interno del settore moda,

Attraverso la Digital Art si riscopre il perfetto connubio tra arte, moda e tecnologia.

Cos’è e come nasce la Digital Art

La digital art, dalla parola stessa è una forma di arte digitale, cioè la creazione di un’opera artistica attraverso mezzi tecnologici e digitali.

La tecnologia digitale, infatti, è parte integrante del processo creativo e del processo espositivo dell’opera finale. Se un artista utilizza un pennello per dipingere, il digital artist si serve di un computer e di programmi tecnologici (come software di grafica vettoriale, usando un mouse o una tavoletta grafica) per creare la sua opera d’arte, e se invece uno scultore partendo dal marmo crea una statua, il digital artist presenta la sua opera d’arte digitale attraverso lo schermo di un computer.

L’arte digitale nasce come prima sperimentazione nel 1950, da due programmatori e matematici (non artisti),

con una sensibilità artistica di gusto fortemente grafico, che partendo da una funzione matematica proiettano in un grafico dei raggi luminosi di varia lunghezza d’onda, realizzando così “l’oscillogramma”, dando anche vita a correnti artistiche come l’Optical Art (anche Op-art) e l’arte cinetica.

Anche la musica elettronica degli anni ’70 e ’80 è considerata una forma di arte digitale e il primo campo d’azione vero e proprio, ma una delle prime opere d’arte digitali fu presentata dall’artista Andy Warhol, esponente della Pop Art, che nel 1985 realizzò degli scatti in bianco e nero della cantante Debbie Harry (front woman della band Blondie) colorandoli digitalmente con colori shock e sgargianti.

Questi scatti digitali in stile pop art servirono alla Commodore per lanciare al mondo il primo computer “Amiga 1000”. 

Digital Art, una nuova rivoluzione per la moda

Negli ultimi anni, la digital art è entrata nel mondo della moda, portando come novità le prime modelle virtuali. Un esempio è Shudu, la modella digitale ideata da Cameron James Wilson, con un aspetto molto umanoide, che serve alle diverse case di moda per simulare sfilate e simulare anche l’andamento di un determinato abito e di un tessuto specifico, che viene inserito in un’apposita macchina che riconosce il tipo di stoffa, trasmettendo le caratteristiche al computer.

Cameron James Wilson ha anche creato un’agenzia di modelle digitali e virtuali, affinché le diverse case di moda possano usufruirne. Wilson è stato il primo ad aver avuto questa idea, ma ha anche ispirato altri artisti digitali come Joerg Zuber che creò Noonoouri, una digital influencer, che ha l’aspetto di Naomi Campbell e Kim Kardashian e sicuramente ha avuto più successo dal punto di vista mediatico.

Doug Abraham: Instagram artist

Sempre per quanto riguarda la fashion digital art, uno degli Instagram artist che più ha saputo osare e rischiare è stato Doug Abraham, che lavorando nella pubblicità e nel mondo della moda, realizzò per diverse maison, dei web collage unendo un’immagine che presentava un capo d’abbigliamento o un accessorio di un brand con un’altra immagine un po’ più spinta, che faceva riferimento a quelli che sono i temi fondamentali nella moda: il sesso e la violenza.

Nei suoi diversi account Instagram cercava di spingere i suoi collage ai limiti della censura.

Egli afferma che nella moda questi elementi sono importanti e molto presenti, perché si mette sempre in risalto la sensualità e il gotico. Nei suoi collage però, dal punto di vista tecnico e grafico, vi sono molti errori, anche se a primo impatto e a prima vista non ce ne si accorge, anzi, sono delle immagini che catturano l’occhio di che le guarda anche a distanza. 

Petra Cortright e la videoarte

Petra Cortright è conosciuta per le sue performance online di videoarte, ragionando sul tema dell’estetica tipica dei canali digitali come Youtube, anticipando anche l’estetica dei social network attraverso l’utilizzo di effetti e filtri e mettendo in risalto la passività del pubblico di fronte a questi.

Nel mondo della moda ha collaborato diverse volte con Stella McCartney, traducendo il concetto di vanità e dell’apparire, in un linguaggio estetico che ha alla base un valore artistico e un gusto anche amatoriale.Insomma, la digital art pur essendo un’arte innovativa e contemporanea sta dando molti spunti al mondo della moda portandola sicuramente ad un passo in avanti.

 

 

Gloria Trombino

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