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MIO IL CORPO, MIA LA SCELTA 

“Mio il corpo, mia la scelta” gridavano a gran voce le donne degli anni ‘70 che con grande forza riuscirono ad ottenere lottando e soffrendo la legge 194 sull’aborto. Ma ad oggi siamo così sicure di essere realmente padrone del nostro corpo e della nostre scelte? 

 

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BISOGNA ANCORA LOTTARE PER LA SCELTA DEL PROPRIO CORPO

Sono passati quasi 50 anni da quella grande conquista che cambiò la vita di tutte le donne, eppure nonostante siano passati tutti questi anni sembra che invece di fare passi avanti si stia inesorabilmente tornando indietro. Forse noi donne fortunate, nate in un’epoca di conquiste già ottenute, non ci rendiamo conto o non siamo ancora pronte a dover affrontare problemi così grandi che violerebbero le nostre volontà e il nostro corpo.

Negli ultimi due anni molte donne si sono viste togliere il diritto all’aborto, è successo in Polonia e America. In Italia viste le ultime dichiarazioni di alcuni politici dovremmo iniziare a preoccuparci. 

 

L’idea che la donna debba essere necessariamente mamma sembra non abbandonare il pensiero della società, è come se fosse più un obbligo che una volontà. Se questo non fosse il desiderio di tutte le donne, non macchine riproduttive, ma esseri umani con sogni e ambizioni, perché non si lascia loro libere di scegliere?

La cosa che spaventa di più è che ci siano donne che lottano contro i propri stessi diritti. Ad oggi la legge 194/78 permette di abortire fino al novantesimo giorno successivo al concepimento per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Oltre questo limite in Italia è concesso esclusivamente solo l’aborto terapeutico.

 

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LA SCELTA DEL PROPRIO CORPO E L’ABORTO IN USA 

La corte Suprema degli Stati Uniti il 24 Giugno del 2022 ha abolito la sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 era stato legalizzato l’aborto. Con questo annullamento i singoli Stati saranno liberi di vietare o meno l’interruzione di gravidanza, molti di questi  hanno infatti leggi che vieteranno in modo automatico e totale l’aborto, solo 14 Stati e il Distretto della Columbia (su 50) hanno leggi che proteggono il diritto all’aborto. Il numero di persone che avranno diritto ad un aborto sicuro si ridurrà drasticamente, al contrario invece aumenterà quello delle persone costrette a praticare un aborto non sicuro, causa di molti decessi. Non è questo un fallimento per i diritti umani? 

L’ITALIA E LA PROPOSTA GASPARRI CONTRO LA SCELTA DELL’ABORTO

In Italia fortunatamente nulla è cambiato, l’interruzione di gravidanza è ancora legale.

Ma solo pochi mesi fa il Senatore Gasparri, ha deciso di presentare due disegni di legge, entrambi “Pro Vita”. Gasparri chiede di modificare l’articolo 1 del Codice Civile e introdurre nel nostro ordinamento il riconoscimento della capacità giuridica al concepito, cosi diventerebbe impossibile ricorrere all’aborto. Inoltre, chiede di istituire la “Giornata nazionale della vita nascente” al fine di promuovere la consapevolezza del valore sociale della maternità e della solidarietà tra generazioni.

In occasione della Giornata lo Stato, le Regioni e gli Enti locali dovranno organizzare e promuovere “manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di informazione e di riflessione, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di diffondere informazioni sulla gestazione, sulle comunicazione e interazione relazionale precoci tra madre e figlio, sulle cure da prestare al nascituro e alla donna in stato di gravidanza, sui diritti spettanti alla gestante, sui servizi sanitari e di assistenza presenti sul territorio, sulla legislazione sul lavoro a tutela della madre e del padre, nella prospettiva di far emergere tutta la positività dell’esperienza genitoriale.

CORPO E SCELTA: COSA CAMBIERA’

Questo metterà ancora più in difficoltà tutte le donne che vorranno abortire già oggi ostacolate dagli innumerevoli obiettori di coscienza. I manifestanti Pro Vita inoltre continuano ad opporsi all’aborto attraverso manifestazioni oltraggiose e poco delicate come ad esempio le processioni con feti di plastica incollati alle croci e le preghiere collettive fuori dalle strutture che praticano l’interruzione di gravidanza. 

Come se la scelta di abortire fosse facile, ma l’empatia evidentemente non è per tutti. Donne consapevoli della loro scelta, umiliate, come successe a roma nel 2020 quando una di loro trovò il proprio nome inciso su una croce bianca nel cimitero del Flaminio a Roma o come il caso di Martina costretta a seppellire un feto abortito spontaneamente senza avere voce in capitolo. Per quanto ancora tutto questo dovrà andare avanti?

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NON GIUDICARE MA COMPRENDERE LA SCELTA PER IL PROPRIO CORPO

Se non ci passi puoi solo immaginare, c’è chi riesce a comprendere e chi non guarda più in là del proprio naso e condanna. Abortire non è una scelta semplice, c’è chi lo fa perché non è il momento, perché non vuole avere figli, perché il feto ha delle malformazioni o perché è stata stuprata e altre mille motivazioni. Sicuramente ti lascia un segno che non sparirà mai ed esistono milioni di testimonianze di donne che parlano delle proprie esperienze, del dolore, delle ansie, paure e del mix di emozioni che ti assalgono prima e dopo. Le donne che abortiscono non valgono meno delle altre donne, hanno preso una scelta perché sono libere di farlo e per questo non meritano di essere giudicate ma comprese. 

 

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Siamo sempre pronti a puntare il dito per giudicare le scelte degli altri, troppo concentrati sui nostri punti di vista e punti fermi, ma la verità è che dobbiamo imparare a rispettare gli altri veramente.

Chi vuole essere mamma lo sarà, chi non vorrà esserlo non lo sarà o magari non era semplicemente il momento giusto, ma non è compito degli altri decidere.

Il mio corpo è mio, come quello di ogni donna e l’aborto è un nostro diritto e dobbiamo combattere tutte insieme per mantenerlo!

 

Il Missouri, il Texas, Il South Dakota e l’Indiana hanno già abolito l’aborto.

Quello che sembrava un diritto intoccabile non lo è più e adesso le donne americane saranno costrette a interrompere la gravidanza o in altri Stati o clandestinamente.

Sembra di rivivere il passato, è come ritornare indietro di cinquant’anni, peccato che ci troviamo nel 2023.

 

by Giuliana Micalizzi

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