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DA VETEMENS A BALENCIAGA:

Demna Gavsalia, creatore del brand “Vetemens”, e attualmente direttore creativo di Balenciaga, si è introdotto nel mercato della moda a livello mondiale nel 2014.
Inizialmente lo stilista venne subito etichettato come “rule breaker”, colui che infrange le regole.
Rude, vero, schietto, anticonformista e portavoce della vita vera. L’idea alla base del suo marchio era quella di ridefinire l’idea del “brutto” nel mondo della moda portando sulla sua passerella giovani donne e uomini intenti a vivere la loro vita utilizzando il loro modo di

vestirsi come punti focali per definire le persone.

Gavsalia puntava sull’inclusione, inclusione che vede come protagonisti giovani donne e uomini “sconosciuti” per lo più trovati su Instagram.
Nel 2015 Demna diventa ufficialmente il direttore creativo di Balenciaga, ed è qui che l’invenzione del “brutto come un trend” di Vetemens si scontra con quelle che sono le shapes esagerate, ampie e, al tempo stesso, lussuose di Balenciaga.
Nelle prime collezione di Demna in Balenciaga infatti ritroviamo giacche dalle spalle esagerate e affilate, borse enormi come buste di plastica con piumini all’interno.

Ma cosa fa oggi il rinomatissimo direttore creativo di Balenciaga?

Recentemente, alla Milano fashion week, abbiamo potuto ammirare un’altra caratteristica fondamentale del pensiero di Gavsalia: la voglia di combattere contro le ingiustizie del mondo.
Passerella ghiacciata, vento freddo e tempesta di neve. È così che si apre la sfilata di Balenciaga. Un chiaro urlo contro la guerra in Ucraina.
Una guerra che ha risvegliato, nello stilista, un ricordo molto intenso, un vissuto che lo ha costretto ad andare via dalla sua terra
natale.

Come disse Demna in una lettera: la guerra non vince mai poiché la guerra è il male e il male si annienta da solo.
Demna presenta una collezione in cui il nero e gli abiti lacerati raccontano questo presente, in cui le borse a forma di sacco risvegliano i dolori che ha patito da rifugiato.

Ma ciò non distoglie dal pensiero primo che percorre il brand Balenciaga. Forme ampie, diversità, inclusione, estrosità e forza. La creatività non muore mai, neanche sotto le macerie.
Questa sfilata è la rappresentazione teatrale di una fuga, di una ricerca di rifugio, di un cammino doloroso verso la speranza, verso la costruzione di un tempo della salvezza perché anche, e soprattutto, la moda può mandare un messaggio di pace.

 

Erika Sfilio

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