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body shaming

La guerra del corpo:Body shaming o body positive?

Con body shaming si intende la pratica, diffusa ampiamente sul web e i social network di giudicare il corpo di una determinata persona, dalla taglia a ogni presunto difetto fisico causando un senso di vergogna nell’interlocutore che si può sentire sbagliato. Si tratta quindi di deridere la persona solo per l’aspetto, colpisce sia uomini che donne di qualsiasi età, anche se molti adolescenti diventano vulnerabili di fronte a queste forme di violenza nei social network. Dunque, lo possiamo considerare come una forma di bullismo, infatti può comportare pesanti conseguenze a livello psicologico per chi lo subisce.

Questo avviene in quanto le vittime credono di sentirsi inadeguate e di non arrivare agli standard di bellezza che esistono nella nostra società.

Il caso della modella Nike

Come già detto precedentemente, i casi di body shaming riguardano commenti sull’aspetto fisico, ma anche sull’altezza o sul peso. Come si evince da una campagna Nike, il body shaming può trattare anche tematiche come i peli nelle donne, infatti a tal proposito in un post Instagram di Nike woman una modella di nome Annahstasia Enuke si mette in una posa dove si vedono chiaramente i peli sotto le ascelle.

Questa foto fa scatenare il web che si scaglia su di lei con commenti negativi e offensivi. Emergono commenti come “che schifo i peli sotto ascelle, siamo tornati alla preistoria o qualcuno vuole farci il piacere di depilare questa modella?” Purtroppo questa ondata di body shaming sui social del brand Nike è dovuta alla figura di una donna che vuole proprio la società, depilata e impeccabile nelle forme e nel fisico.

Fat shaming o Thin shaming

Il fat shaming consiste nell’ offendere una persona per il suo essere in sovrappeso. Invece il thin shaming è l’opposto in quanto le critiche sono rivolte a chi è troppo magro. Questi fenomeni causano disagio interiore e condizionano  il modo di rapportarsi con gli altri nella società. Ad esempio nel libro “Lo stigma del corpo grasso” Amy Erdman Farrell, parla proprio della tematica del fat shaming. La scrittrice si concentra sul percorso che ha portato alla comparsa del fat shaming, sulle sue radici culturali, industriali e mediche, mettendo in risalto i dispositivi che creano la narrazione del corpo grasso come un corpo primitivo, inferiore rispetto ai canoni stabiliti dalla società.

Gli hashtag per combattere il problema: #bodyshaming e #bodypositive

L’hashtag è rappresentativo dell’impegno di molti utenti e anche di diverse celebrità e brand. Un esempio di attivismo volto a promuovere una comunicazione positiva in tale ambito è quello di Chiara Ferragni, infatti dopo che in un giornale italiano le sue amiche erano state definite rotonde, l’influencer si è schierata contro questo tipo di comunicazione, aggiungendo una foto e usando come hashtag #bodyshamingislosers

Anche se il giornale che aveva pubblicato l’aggettivo “rotonde” lo ha cambiato poi con quello di “atletiche”, l’accaduto è servito a diffondere un messaggio positivo sui social tra i fan, in quanto anche lei è stata attaccata per essere troppo magra ed avere poco seno.

Chiara Ferragni ha deciso  di prendere la questione sul serio e lottare contro tutto ciò per promuovere un messaggio di  incoraggiamento a tutti coloro che hanno scarsa fiducia in loro stessi.

Un altro esempio da citare è il caso di Vanessa Incontrada che posa nuda sulla rivista settimanale Vanity Fair, l’attrice di origini spagnole lo fa in quanto è contro gli haters e si presenta come icona del body positive. L’attrice va contro le discriminazioni, l’aggressività dei social e le critiche gratuite che spesso vengono fatte al corpo delle donne. Posando per il settimanale l’attrice vuole porsi come punto d’arrivo e far diventare il suo corpo un messaggio per ogni donna e anche per gli uomini,celebrando una nuova bellezza. Infatti, utilizza la celebre frase “Nessuno ti può né ti deve giudicare” in quanto anche lei dopo la gravidanza del figlio Isal subì parecchie critiche offensive sul suo fisico.

Soluzioni da adottare

Quando si è vittima di body shaming bisognerebbe sempre parlarne con i famigliari o amici in quanto spesso si tende ad avere pensieri negativi su se stessi. Nella maggior parte dei casi è opportuno rivolgersi a strutture specializzate dove ci sono professionisti in grado di supportare psicologicamente le vittime di body shaming. Il fenomeno non si può debellare totalmente perchè va avanti da secoli e lo troviamo nella vita di tutti i giorni, ma ciò non vuol dire che non si possa migliorare la situazione.

Attualmente costituisce un reato perseguibile penalmente, attivando una denuncia presso i Carabinieri e la Polizia postale. A gennaio 2020 la Camera ha approvato la legge contro body shaming e fat shaming, e di recente è stato attivato un numero telefonico di assistenza gratuita attivo 24 ore su 24, il 114, ed è stata rilasciata anche un’app anti-violenza. La proposta di legge chiede anche al Ministero dell’istruzione l’impegno a monitorare costantemente gli istituti scolastici italiani, ed è coinvolto nell’attività di monitoraggio anche l’Istat attraverso una rilevazione annuale “sugli atti di bullismo che ne misuri le caratteristiche principali e individui i soggetti più a rischio”.

Diego Pettinato 

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