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“Truth or Dare – In bed with Madonna” a trent’anni dall’apertura dello storico “Blond Ambition Tour”

l documentario “Truth or Dare” festeggia i 30 anni dall’epocale “Blond Ambition Tour” di Madonna, annunciato dopo l’uscita del quarto album della cantante “Like a Prayer”. In quegli anni fece scalpore perché oltre alle esibizioni provocatorie, vediamo anche il lato più privato della cantante che si mostra autentica e irriverente davanti alle telecamere.

Nelle riprese il regista Alek Keshishian per accentuare questi momenti diversissimi alterna il bianco e nero. Toni chiari e scuri per i momenti conviviali fuori dal palco e il colorato per i frammenti di esibizioni live. Nelle performance vediamo come il tema della religione – soprattutto cattolica – è dominante, e interpretato in maniera decisamente provocatoria e dissacrante. Lo vediamo attraverso le ambientazioni dalle atmosfere sacrali delle chiese con tanto di candelabri, contrapposti alle coreografie – una su tutte quella del brano Like a Virgin – dove Madonna simula una masturbazione. Un affare quest’ultimo che le causerà non pochi problemi. A Toronto rischierà di essere arrestata e a Roma avrà problemi con il Vaticano, ma questo non la fermerà.

Blonde Ambition Tour, Madonna, Feyenoord Stadion, De Kuip, Rotterdam, Holland, 24/07/1990. She is wearing a Jean Paul Gaultier conical bra corset. (Photo by Gie Knaeps/Getty Images)

Gli abiti creati da Jean Paul Gaultier apposta per il tour accentuano questo lato controverso; tra tutti i pezzi ricordiamo il reggiseno a cono diventato un’icona di stile proprio dopo essere stato indossato da Madonna. Ma l’obiettivo della popstar non sarà solo la mera provocazione, bensì si fa portavoce della comunità LGBT, anche grazie alla hit Vogue accompagnata dal “vogueing”, ballo rubato dalla scena Queer, liberatorio e pensato con l’intento di abbattere barriere e conformismi. Madonna pone l’accento sul tema dell’HIV che era esploso pochi anni prima, colpita dalla perdita prematura dell’amico e artista Keith Haring proprio a causa del male del secolo. Madonna ci mise la faccia, concerto dopo concerto, facendo campagna per la prevenzione e in sostegno dei diritti dei gay.

Se le esibizioni ci sembrano la cosa più eclatante del documentario non è così, perché è proprio il dietro le quinte che sbalordisce, in particolare il singolare rapporto instaurato coi ballerini: tra simulazioni di sesso orale con una bottiglia e disinibite conversazioni in albergo, il legame che si instaura tra la crew risulta vero e intimo. Madonna è come una mamma a cui si può confidare tutto. Molte enfatizzato anche il rapporto con il padre e il fratello che presenta sia alla telecamera del regista, sia sul palco durante uno dei concerti. Un’opera irriverente in cui Madonna attraverso le sue esibizioni, soprattuto considerata la decade storica, si mostra per quello che è e porta avanti un importante messaggio di libertà che a distanza di cosi tanti anni è ancora assolutamente contemporaneo.

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